Paulo Coelho

Stories & Reflections

Decimo Capitolo

Author: Paulo Coelho

Peter Sherney, 47 anni, direttore generale di una filiale della Bank of (cassato) di Holland Park, Londra

Assunsi Athena solo perché la sua famiglia era tra i nostri clienti pií¹ importanti – in fin dei conti, il mondo gira intorno a interessi reciproci. Poiché si mostrí² piuttosto “esagitata”, le assegnai un lavoro noioso, ripetitivo, nella dolce speranza che arrivasse a dare le dimissioni: in tal modo, avrei potuto dire a suo padre che avevo tentato di aiutarla, ma senza successo.

La mia esperienza di direttore di banca mi aveva insegnato a conoscere lo stato d’animo delle persone, anche di quelle che non si esprimono direttamente. Lo avevo appreso in un corso per dirigenti: “Se vuoi liberarti di qualcuno, fa’ di tutto perché finisca per mancarti di rispetto, e cosí¬ potrai licenziarlo per giusta causa.”

Mi impegnai al limite per raggiungere questo scopo con Athena. Poiché non dipendeva dallo stipendio per mantenersi, avrebbe finito per realizzare che lo sforzo di svegliarsi presto, lasciare il figlio a casa della madre, lavorare l’intera giornata con una mansione alienante, tornare a prendere il bambino, andare al supermercato, occuparsi della sua creatura, metterla a letto e farla addormentare e poi, l’indomani, passare altre tre ore sui mezzi di trasporto ecc…. era assolutamente superfluo, visto che esistevano altre maniere – pií¹ interessanti – di trascorrere le giornate. A poco a poco, lei divenne sempre pií¹ irritabile, e io mi sentii orgoglioso della mia strategia: ce l’avrei fatta. Comincií² a lamentarsi del luogo dove abitava, raccontando che il proprietario del suo appartamento aveva l’abitudine di suonare una musica a volume altissimo durante la notte, per cui ormai non riusciva a dormire bene.

All’improvviso, qualcosa cambií². Dapprima, solo in Athena. E, subito dopo, in tutta l’agenzia.

Come potrei definire questo cambiamento? Be’, un gruppo di persone che lavora insieme è come un’orchestra: un buon direttore è il maestro e sa qual è lo strumento stonato, quale trasmette pií¹ emozione e quale si limita a seguire il resto del gruppo. Athena sembrava suonare il proprio strumento senza alcun entusiasmo: appariva sempre distante, non condivideva mai con i colleghi le gioie o le tristezze della sua vita privata, lasciando intendere che, all’uscita dal lavoro, occupava il tempo nella cura del figlio – nient’altro. Fino al momento in cui comincií² a mostrarsi pií¹ riposata, pií¹ comunicativa: raccontava a chiunque volesse ascoltarla di aver scoperto un sistema per ringiovanire.

Ovviamente, questa è una parola magica: “ringiovanire”. Provenendo da una persona di appena ventun anni, suonava del tutto fuori luogo. Comunque, i colleghi le credettero, e cominciarono a chiederle il segreto di tale formula.

La sua efficienza aumentí² – le sue mansioni non erano cambiate. E i colleghi, che prima si limitavano al buongiorno e alla buonasera, iniziarono a invitarla a pranzo. Quando tornavano, sembravano tutti particolarmente sereni – e la produttivití  dell’agenzia fece un gigantesco balzo in avanti.

Poiché so che le persone innamorate finiscono per influenzare l’ambiente in cui si muovono, dedussi immediatamente che Athena doveva aver incontrato qualcuno di molto importante per la sua vita.

Glielo domandai. Lei mi rispose affermativamente, aggiungendo che non era mai uscita con un cliente prima di allora ma, in questo caso, era stato impossibile rifiutare l’invito. In una situazione normale, avrei dovuto licenziarla in tronco – le regole della banca erano chiare: ogni contatto personale con i clienti era perentoriamente proibito. Ma, a quell’epoca, mi ero gií  accorto che il suo comportamento aveva contagiato praticamente tutti: alcuni colleghi cominciarono a incontrarsi con lei dopo il lavoro e, per quanto ne so, almeno due o tre andarono a casa sua.

Era una situazione molto pericolosa: la giovane tirocinante, senza alcuna precedente esperienza lavorativa, prima timida e talvolta aggressiva, era divenuta una sorta di leader naturale dei miei impiegati. Se l’avessi licenziata, avrebbero pensato che il mio gesto fosse dettato da gelosia – e io avrei perduto il loro rispetto. Se l’avessi mantenuta in servizio, avrei corso il rischio di perdere in pochi mesi il controllo del gruppo.

Decisi di aspettare qualche tempo. Intanto, l'”energia” – detesto questa parola perché, in realtí , non identifica niente di concreto: al limite, stiamo parlando di elettricití  – … l'”energia” dell’agenzia inizií² ad aumentare. I clienti sembravano pií¹ soddisfatti e presero a consigliarla ad amici. Gli impiegati erano contenti e, malgrado il lavoro fosse raddoppiato, non fui costretto ad assumere altro personale, visto che tutti riuscivano a portare a termine i loro lavori.

Un giorno, ricevetti una lettera dei miei superiori. Mi chiedevano di andare a Barcellona, dove si sarebbe svolta una convention del gruppo, per spiegare il metodo lavorativo che stavo applicando. Secondo loro, ero riuscito ad aumentare i profitti senza incrementare le spese, e questa è l’unica cosa che interessa ai dirigenti – in tutto il mondo, detto fra parentesi.

Quale metodo?

Il mio unico merito avrebbe potuto essere quello di sapere dove tutto aveva avuto inizio, e cosí¬ decisi di convocare Athena nel mio ufficio. Le feci i complimenti per l’eccellente produttivití ; mi ringrazií² con un sorriso.

Mi rivolsi a lei con cautela, giacché non volevo essere male interpretato:

“Come va con il tuo fidanzato? Ho sempre pensato che chi riceve amore finisce per dare ancora pií¹ amore. Che cosa fa?”

“Lavora a Scotland Yard (N.d.R.: dipartimento investigativo della polizia metropolitana di Londra autorizzato a operare in tutta la Gran Bretagna).”

Preferii non addentrarmi nei dettagli. Tuttavia dovevo continuare quella conversazione a ogni costo: non avevo tempo da perdere.

“Ho notato un grande cambiamento in te, e…”

“Si è accorto di un grande cambiamento nell’agenzia?”

Come rispondere a una domanda del genere? Da una parte, forse le stavo concedendo pií¹ potere di quanto sarebbe stato consigliabile; ma, dall’altra, se la mia mossa non avesse funzionato, non avrei mai avuto le informazioni di cui abbisognavo.

“Sí¬, ho notato un enorme cambiamento. E sto pensando di promuoverti.”

“Ho bisogno di viaggiare. Voglio andarmene per qualche tempo da Londra, voglio conoscere nuovi orizzonti.”

Viaggiare? Ora che tutto funzionava a meraviglia nell’ambiente di lavoro, lei voleva andarsene? Ma, a pensarci meglio, non era proprio questa partenza che mi serviva e desideravo?

“Potrei aiutare la banca, se mi desse maggiori responsabilití ,” proseguí¬ lei.

Recepito – e lei mi stava dando un’eccellente opportunití . Com’è che non ci avevo pensato prima? “Viaggiare” significava allontanarla, riprendermi la leadership, senza dover sostenere i costi di un licenziamento o di una ribellione. Comunque, avrei dovuto riflettere su quell’eventualití , perché prima di aiutare la banca, lei doveva soccorrere me. Ora che i miei capi avevano preso coscienza della crescita di produttivití , sapevo che dovevo mantenere quel livello, altrimenti avrei rischiato di perdere il mio prestigio e di ritrovarmi in una posizione peggiore rispetto al passato. A volte, mi sembra di capire perché gran parte dei miei colleghi non si impegnano per migliorare: se mancano quell’obiettivo, vengono tacciati di incompetenza. Se lo raggiungono, sono obbligati a crescere sempre, e finiscono i loro giorni con un bell’infarto.

Sempre cautamente, continuai nella mia strategia: non è consigliabile spaventare l’altro prima che questi riveli il segreto che ci interessa – è meglio fingersi d’accordo con l’interlocutore.

“Tenterí² di far pervenire la tua richiesta ai miei superiori. A proposito, li incontrerí² a Barcellona, ed è proprio per questo che ho deciso di chiamarti. Potrei essere smentito, se dicessi che i nostri profitti sono migliorati da quando… gli altri hanno cominciato ad avere un rapporto migliore con te?”

“Un rapporto migliore con se stessi, direi.”

“Sí¬. Ma determinato da te. O mi sbaglio?”

“Lei sa di non sbagliarsi.”

“Hai forse letto qualche libro di management che non conosco?”

“Non è il mio genere di letture. Comunque, vorrei che mi promettesse che prenderí  seriamente in considerazione la mia richiesta.”

Pensai al fidanzato che lavorava a Scotland Yard: se avessi promesso senza mantenere, sarei stato oggetto di una rappresaglia? Che le avesse insegnato qualche tecnica d’avanguardia, con cui ottenere risultati altrimenti impossibili?

“Posso raccontarle tutto, anche se non manterrí  la promessa. Ma non sono sicura che otterrí  un risultato, se non applicherí  cií² che le sto insegnando.”

“La famosa ‘tecnica di ringiovanimento’?”

“Proprio questo.”

“Ma non sarí  sufficiente conoscerla solo in teoria: leggerla e non praticarla?!”

“Forse. In effetti, è grazie ad alcuni fogli di carta che è arrivata a chi me l’ha insegnata.”

Fui contento che non mi stesse forzando a prendere decisioni al di lí  delle mie possibilití  e dei miei principi. Ma, in fondo, devo confessare che rintracciavo anche un qualche interesse personale in questa storia, giacché sognavo di utilizzare il mio potenziale in modo differente. Dopo che le ebbi promesso di fare tutto il possibile per esaudire la sua richiesta, Athena comincií² a parlare di una danza esoterica alla ricerca di un certo Vertice – o Asse, ora non ricordo bene. A mano a mano che la nostra conversazione proseguiva, io cercavo di valutare in maniera oggettiva le sue riflessioni allucinate. Un’ora non fu sufficiente, sicché le chiesi di tornare l’indomani. Preparammo insieme la relazione da presentare alla direzione della banca. A un certo punto del lavoro, lei mi disse, sorridendo:

“Non abbia timore di scrivere qualcosa che si avvicina sensibilmente a cií² di cui stiamo parlando. Anche la direzione di una banca è costituita da persone come noi – gente in carne e ossa – che saranno interessatissime a una procedura non convenzionale.”

Su questo, Athena era completamente in errore: in Inghilterra, le tradizioni hanno sempre una forza maggiore rispetto alle innovazioni. Ma che costava rischiare un po’, purché cií² non mettesse in pericolo il mio impiego? Poiché la faccenda mi sembrava del tutto assurda, era necessario riassumerla e presentarla in una forma che tutti potessero comprendere. Sí¬, bastava questo.

Prima del mio intervento alla convention di Barcellona, per tutta la mattina mi ripetei: “Il ‘mio’ procedimento sta dando dei risultati, e questa è l’unica cosa che importa.” In precedenza avevo letto alcuni manuali, scoprendo che per presentare un’idea nuova con il massimo impatto possibile bisogna strutturare un discorso che provochi l’uditorio. Ecco perché la prima cosa che dissi ai dirigenti della societí  riuniti in un lussuoso albergo fu una frase di San Paolo: “Dio nascose le cose pií¹ importanti ai saggi, perché essi non riescono a capire cií² che è semplice, e decise di rivelarle ai semplici di cuore” (N.d.R.: è impossibile sapere se si riferisca specificamente a una citazione dell’evangelista Matteo [11, 25] che dice: “Rendo grazie a Te, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai celato queste cose ai saggi e le hai rivelate ai piccoli”, oppure a una frase di Paolo [Cor. 1, 27]: “Ma Dio scelse le cose folli di questo mondo per confondere quelle sagge; e Dio scelse le cose deboli di questo mondo per confondere quelle forti”).

Quando pronunciai questa frase, tutti i presenti, che avevano passato due giorni ad analizzare grafici e statistiche, ammutolirono. Pensai di aver perso il lavoro, ma decisi di continuare. Primo, perché avevo compiuto alcune ricerche sull’argomento, ero sicuro di quello che dicevo e, di conseguenza, meritavo un certo credito. Secondo, perché, anche se in taluni passi ero costretto a omettere l’enorme influenza di Athena nell’intero processo, non stavo mentendo.

“Ho scoperto che, per motivare i dipendenti, oggigiorno è necessario qualcosa di pií¹ dell’ottimo addestramento impartito nei nostri centri di formazione. Ciascuno di noi possiede una parte sconosciuta che, quando si rivela, è in grado di compiere miracoli.

“Tutti noi lavoriamo per un motivo: nutrire i figli, guadagnare il denaro per mantenersi, giustificare la propria vita, ottenere un certo potere. Tuttavia questo percorso presenta alcune fasi noiose: ecco, il segreto consiste proprio nel trasformare questi periodi in un incontro con se stessi, o con una presenza pií¹ elevata.

“Per esempio, non sempre la ricerca della bellezza è associata alla praticití , eppure noi la perseguiamo come se si trattasse della cosa pií¹ importante del mondo. Gli uccelli imparano a cantare, ma il canto non li aiuterí  a procurarsi il cibo, a evitare i predatori o ad allontanare i parassiti. Gli uccelli cantano perché, secondo Darwin, soltanto in questo modo riescono ad attirare il partner e a perpetuare la specie.”

Fui interrotto da un dirigente di Ginevra, che reclamí² una trattazione pií¹ oggettiva. Ma il direttore generale mi incoraggií² a proseguire, e questo mi entusiasmí².

“Sempre secondo Darwin, autore di un testo che ha cambiato il corso dell’umanití  (N.d.R.: L’origine delle specie, 1871, in cui dimostra che l’uomo è un’evoluzione naturale di un tipo di scimmia), coloro che riescono a risvegliare delle passioni non fanno che ripetere qualcosa che accade fin dai tempi delle caverne, allorché i riti del corteggiamento erano fondamentali perché la specie umana potesse sopravvivere ed evolversi. Ma esiste una qualche differenza tra l’evoluzione dell’uomo e quella di un’agenzia bancaria? Nessuna. Entrambe obbediscono alle medesime leggi: una di esse recita che solo i pií¹ capaci sopravvivono e si sviluppano.”

A quel punto, fui costretto ad accennare al fatto che avevo elaborato queste idee grazie alla collaborazione spontanea di una delle mie impiegate, Sherine Khalil.

“Sherine, che ama farsi chiamare Athena, ha determinato un nuovo tipo di comportamento sul posto di lavoro: la passione. Proprio cosí¬, la passione – qualcosa che non si prende mai in considerazione quando si parla di prestiti o diagrammi di spesa. I miei impiegati hanno cominciato a utilizzare la musica come uno stimolo per servire meglio i clienti.”

Un altro dirigente mi interruppe: disse che si trattava di un’idea vecchia – era la strategia usata dai supermercati, che si servivano di melodie per indurre il cliente ad acquistare.

“Non ho detto che è stata introdotta la musica negli ambienti dell’agenzia. Gli impiegati hanno cominciato a vivere in maniera diversa perché Sherine – o Athena, se preferite – ha insegnato loro a danzare prima di affrontare il lavoro quotidiano. Non so esattamente quale sia il meccanismo che si attivi nelle persone: come direttore, sono responsabile soltanto dei risultati – di certo, non del processo. Io non ho danzato. Tuttavia ho capito che, attraverso quel tipo di pratica, tutti si identificavano maggiormente con le loro mansioni.

“Noi nasciamo, cresciamo e veniamo educati secondo la massima: ‘Il tempo è denaro.’ Sappiamo esattamente che cos’è il denaro, ma qual è il significato della parola ‘tempo’? Il giorno comprende ventiquattro ore – e un’infinití  di momenti. Dobbiamo avere coscienza di ogni minuto, saper approfittare di esso per quello che stiamo facendo oppure per immergerci nella contemplazione della vita. Se rallentiamo, tutto dura pií¹ a lungo – sí¬, anche il lavaggio dei piatti, o la somma degli attivi e dei passivi, o la compilazione dei rapporti di credito, o il conteggio delle cambiali… Ma perché non usarlo per pensare a cose gradevoli, per gioire del fatto di essere vivi?”

L’amministratore delegato mi guardava stupito. Sono sicuro che desiderava che continuassi a spiegare dettagliatamente cií² che avevo appreso, ma alcuni dei presenti cominciavano a mostrarsi insofferenti.

“Capisco perfettamente quello che vuole dire,” commentí² l’amministratore delegato. “I suoi impiegati hanno cominciato a svolgere il lavoro con maggior entusiasmo perché disponevano di alcuni momenti della giornata per entrare in contatto con il proprio intimo. Vorrei complimentarmi con lei per essere stato cosí¬ flessibile da consentire l’applicazione di insegnamenti non ortodossi – che, comunque, stanno dando risultati eccellenti.

“Ma poiché ci troviamo in una convention e stiamo parlando del valore del tempo, voglio ricordarle che ha solo cinque minuti per concludere il suo intervento. íˆ in grado di elaborare una lista dei punti fondamentali che ci consenta di applicare questi principi anche in altre agenzie?”

Una richiesta giustificata. Che si sarebbe potuta rivelare positiva per il lavoro, ma fatale per la mia carriera. Fu cosí¬ che decisi di riassumere quello che avevo scritto con Athena.

“Basandomi su alcune osservazioni personali, ho elaborato alcuni punti insieme a Sherine Khalil: con grande piacere, ne discuterí² con chiunque sia interessato. Ecco quelli principali:

“A] Tutti noi possediamo un talento sconosciuto, che rimarrí  tale per sempre. Comunque, puí² diventare un nostro alleato. Poiché è impossibile misurarlo o attribuirgli un valore economico, quel talento non viene mai preso in considerazione. Ma ora mi sto rivolgendo a persone attente, e sono sicuro che ciascuno di voi comprenderí  il senso delle mie parole – perlomeno in teoria.

“B] Nella mia agenzia, questo talento è stato attivato attraverso una danza basata su un ritmo che – se non m’inganno – proviene dai deserti dell’Asia: comunque, il suo luogo d’origine è irrilevante. L’importanza risiede nel fatto che le persone possono esprimere con il proprio corpo cií² che l’anima intende comunicare. So che la parola ‘anima’ puí² essere male interpretata in questa sede, quindi vi suggerisco di sostituirla con ‘intuizione’. E se anche questo vocabolo risultasse difficilmente accettabile, vi consiglio di usare l’espressione ’emozioni primarie’, che possiede una connotazione pií¹ scientifica, anche se ha un significato riduttivo rispetto ai termini precedenti.

“C] Ho esortato i miei impiegati a danzare almeno un’ora prima di venire al lavoro, magari sostituendo con questa pratica la ginnastica o gli esercizi di aerobica. íˆ qualcosa che stimola il corpo e la mente: in tal modo, tutti iniziano la giornata imponendo a se stessi la creativití ; poi usano le energie accumulate per lo svolgimento delle loro mansioni in agenzia.

“D] I clienti e gli impiegati vivono nel medesimo mondo: la realtí  non è altro che una serie di stimoli elettrici nel nostro cervello. Quello che si pensa di ‘vedere’ è solo una scarica di energia in una zona completamente oscura della testa. Di conseguenza, quando si entra in sintonia con cií² che ci circonda, si puí² tentare di modificare la realtí . In qualche modo per me incomprensibile, la gioia è contagiosa, al pari dell’entusiasmo e dell’amore. O come la tristezza, la depressione e l’odio – sentimenti che possono essere percepiti ‘intuitivamente’ dai clienti e da altri impiegati. Per migliorare il profitto è indispensabile creare dei meccanismi che rendano sempre disponibili questi stimoli positivi.”

“Molto esoterico” fu il commento di una donna, la responsabile dei fondi azionari di un’agenzia canadese.

Persi un po’ della mia compostezza – non ero riuscito a convincere nessuno. Finsi di ignorare il suo commento e, utilizzando la creativití , azzardai una conclusione tecnica:

“La banca dovrebbe destinare una certa somma per la ricerca sulla maniera in cui si propaga quel ‘contagio’, si rivela quel talento: in tal modo, si otterrebbero profitti decisamente superiori.”

Quel finale mi sembrí² abbastanza soddisfacente, e cosí¬ preferii non utilizzare i due minuti che ancora mi restavano. Al termine della convention, dopo una giornata estenuante, l’amministratore delegato mi invití² a cena – lo fece davanti a tutti, come se volesse dimostrare che appoggiava le mie affermazioni. Poiché era la prima volta che avevo una grande opportunití , cercai di approfittarne. Cominciai a parlare di adempimenti, diagrammi, difficoltí  nelle operazioni di Borsa, nuovi mercati. Ma lui m’interruppe: era pií¹ interessato a conoscere cií² che avevo appreso da Athena.

Alla fine, con mia grande sorpresa, spostí² la conversazione su argomenti personali.

“So a che cosa si stava riferendo nel suo intervento, quando ha accennato al tempo. All’inizio di quest’anno, mentre mi stavo godendo le ferie, decisi di sedermi nel giardino di casa mia. Recuperai il giornale dalla cassetta della posta: niente di importante, soltanto le notizie che, secondo i giornalisti, dobbiamo conoscere e seguire, e sulle quali ci è richiesto di prendere posizione.

“Mi balení² l’idea di telefonare a qualcuno del mio staff, ma sarebbe stata un’assurdití : tutti erano con la famiglia. A mezzogiorno, pranzai con mia moglie, i figli e i nipoti. Schiacciai un pisolino; poi, quando mi svegliai, presi alcuni appunti. All’improvviso, mi resi conto che erano soltanto le due del pomeriggio. Avevo davanti altri tre giorni senza lavoro e, per quanto amassi molto stare in famiglia, cominciai a sentirmi inutile.

“Approfittando del tempo libero, l’indomani mi sottoposi a un check-up dell’apparato digerente che, per fortuna, non evidenzií² nulla di grave. Andai dal dentista: nessun problema nemmeno in bocca. Pranzai di nuovo con mia moglie, i figli e i nipoti. Come il giorno precedente, riposai e mi svegliai alle due, prendendo coscienza che non avevo assolutamente niente su cui concentrare la mia attenzione.

“Ne fui spaventato: non avrei dovuto fare qualcosa? Se si vuole trovare un modo per occupare il tempo, non servono molti sforzi – ci sono sempre progetti da sviluppare, lampadine da sostituire, foglie secche da spazzare, libri da riordinare, file del computer da sistemare ecc. Ma come affrontare il vuoto totale? Fu in quel momento che mi ricordai di qualcosa che reputai estremamente importante: dovevo andare alla buca delle lettere – che si trova a un chilometro dalla mia casa di campagna – per imbucare alcuni biglietti di auguri che avevo dimenticato sul tavolo.

“Rimasi sorpreso: perché devo spedire questi biglietti oggi? íˆ forse impossibile rimanere senza far niente?

“Una serie di pensieri mi affollí² la mente: amici che si preoccupano per cose non ancora accadute, conoscenti che sanno riempire ogni minuto della propria vita con incombenze che mi sembrano assurde, conversazioni senza senso, telefonate che non comunicano niente di rilevante. Ho visto i miei direttori inventarsi del lavoro per giustificare le proprie cariche; impiegati assaliti dalla paura perché quel giorno non hanno niente di importante da fare, e questo potrebbe significare che non sono pií¹ utili all’azienda. Mia moglie si rode perché mio figlio ha divorziato; mio figlio si tortura perché mio nipote ha preso dei voti bassi a scuola; mio nipote si angoscia perché rattrista i genitori – anche se sappiamo tutti che i voti scarsi non sono particolarmente gravi.

“Intrapresi una lunga e ardua lotta con me stesso per non alzarmi dal posto in cui mi trovavo. A poco a poco, l’ansia cedette il passo alla contemplazione, e mi parve di udire la mia anima – o ‘intuizione’, o ’emozioni primarie’, a seconda di quello in cui si crede. In qualsiasi caso, questa parte di me aveva una voglia tremenda di conversare, ma io ero sempre occupato.

“In questo frangente non fu la danza, bensí¬ la completa assenza di rumore e di movimento – il silenzio – che mi permise di entrare in contatto con me stesso. E, mi creda, ho appreso moltissime cose sui problemi che mi assillavano – anche se, mentre me ne stavo seduto lí¬, quei crucci si erano allontanati. Non vidi Dio, no, ma realizzai pií¹ chiaramente le decisioni da prendere.”

Prima di pagare il conto, mi suggerí¬ di mandare quell’impiegata a Dubai: la banca stava aprendo una nuova filiale laggií¹, e si dovevano affrontare grandi sfide. Da grande dirigente, sapeva che avevo gií  imparato tutto cií² che serviva, e ora si trattava soltanto di garantire una certa continuití  – l’impiegata sarebbe potuta essere pií¹ utile altrove. Senza saperlo, mi stava aiutando a mantenere la promessa che avevo fatto.

Quando tornai a Londra, comunicai immediatamente ad Athena la possibilití  del trasferimento. Accettí² all’istante: disse che parlava arabo piuttosto bene (lo sapevo, per via delle origini di suo padre). Comunque, noi non intendevamo concludere affari con gli arabi, bensí¬ con gli stranieri. La ringraziai per l’aiuto che mi aveva dato nella preparazione dell’intervento, ma lei non dimostrí² alcuna curiosití  riguardo alla convention: si limití² a domandami quando doveva preparare le valigie.

Ancora oggi non so se la storia del fidanzato di Scotland Yard fosse soltanto una fantasia. Penso che, se avesse avuto un fondamento di verití , l’assassino di Athena sarebbe gií  in galera – perché non credo a una parola di quello che i giornali raccontarono a proposito del delitto. Insomma, posso intendermene di ingegneria finanziaria, posso persino concedermi il lusso di dire che la danza aiuta gli impiegati di banca a lavorare meglio, ma non riuscirí² mai a comprendere perché la migliore polizia del mondo arresta alcuni assassini e ne lascia in libertí  altri.

Questo, comunque, ormai non fa pií¹ differenza.

Il prossimo capitolo sarí  on-line: 02.05.07

“Cari lettori, poiché non parlo la vostra lingua, ho chiesto alla casa editrice di tradurre i vostri commenti. Le vostre considerazioni sul mio nuovo romanzo sono molto importanti per me.”

Con affetto, Paulo Coelho

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